Tonina Garofalo

 

 

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Francesca Marozza

Con energia il senso delle cose

È energica, coinvolgente e dice molte cose, forse troppe da comprendere ad una prima lettura: queste le impressioni all'indomani dell'incontro con la pittura di Tonina Garofalo. Forte di un'abile tecnica, la sua mano sembra essere diretta verso spazi ben più ampi di una tela, seppure grande, in un'evoluzione che è crescita interiore. Il repertorio, che spazia nell'arco di un ventennio, dagli anni '70 ai nostri giorni, è ben definito. Stilisticamente, si nota l'attenzione per i toni caldi, del giallo, del rosso e del blu, carichi della loro essenza e nel loro significato, che avvolgono la natura simbolica della figurazione o, meglio, costituiscono il sostrato magari per accogliere le figure adamitiche messe a confronto tra loro, che emergono e si configurano dall'astratto, con una preminenza di Eva, maggiormente peccatrice.

Sono tante le finestre sulla vita che apre la Garofalo, con una volontà che sembra man mano perdere spontaneità (e quindi ingenuità), per pregnarsi di quel mondo significante che è il simbolo: dalla figurazione delle stagioni in cui la donna nell'incanto della sua mutevolezza la fa da padrona, alla raffigurazione della "Libertà dietro la prigione". Pensate, ha avuto l'ardire di esprimere il concetto di libertà, non la personificazione di essa, e c'è riuscita.

Un mare nostrum di pennellate in tutte le direzioni, di sensazioni, espresse per lo più con la tecnica mista, o facendo convergere la forza dell'acrilico sulla tela. È del 78 la "Madonna", con la circolarità del numero perfetto, con la fecondità del grembo materno, con l'ardore di un rosso forte, contornato da un blu pastello che non è solo sfondo. Il contrasto con la "Purezza" (1992) e la sua staticità non passa inosservato: l'autrice sembra esser approdata a ciò di cui andava alla ricerca anni prima, con un vortice meno definito di linee e colore. Ma non per questo si ferma; riparte anzi e si immerge nelle ore del giorno, nell'alba che la affascina, nella stagione estiva filtrata da una luce surreale, in personificazione figurative vicine allo stile di Erte.

Tra le opere più recenti, il "Paesaggio con figura", mette ancora una volta a confronto l'elemento umano, il volto di una donna con il resto, tutto il resto, fatto di spicchi rossi e gialli, ed elementi naturali. La coniugazione di spazio e figura in questa artista vede dapprima la creazione di coordinate e di confini, per poi causarne lo stravolgimento, lasciando fluttuare le figure in un territorio indefinito. Per lo più dal margine della tela, l'elemento umano mascherato forse per difendersi, si affaccia sugli ovali del ciclo "Le Ore", da cui scaturisce la vita, in un flusso ininterrotto di colori. All'insegna della circolarità non finita che è movimento, vita, cambiamento, metamorfosi continua di boccioniano ricordo è la "Figura" del '73, una scomposizione che è costruzione, una descrizione che è innovazione. E, quello di Tonina Garofalo, un grande occhio che sorveglia il mondo, ma lo fa dall'alto, con una astrazione che è stata prima di tutto immersione in esso. Forte di una passionalità e caparbietà tutta calabra, discopre con energia il senso delle cose, scontornandole dal meno essenziale, per poi ridefinirle in uno stile tutto personale e talvolta, perché no, fantasioso.

 

 

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© Tonina Garofalo 2008